domenica 7 luglio 2013

Euro, Maastricht e l'emissione della moneta


Cosa ci ha portato l'introduzione dell'Euro
Nella prima fase dell'introduzione dell'Euro il potere d'acquisto della nostra moneta è diminuito quasi del 50%. Lo stato ha contribuito a tale svalutazione aumentando le tariffe dei servizi. Una delle conseguenze dell'aumento di tutti i prezzi è che sia lo stato che i cittadini si devono maggiormente indebitare con le banche.
Nella seconda fase dell'avvento dell'euro le banche, che, ricordiamoci, sono tutte in mano a privati, decidono di diminuire il denaro in circolazione, aumentando il tasso di sconto, portandolo verso il 4% e non prestando più soldi, se non a condizioni gravosissime.
Risultato?
Sia lo stato che i cittadini in ginocchio davanti al potere delle banche. E queste a loro volta comprano per pochi soldi le imprese in difficoltà, finanziando le società da loro controllate in modo che si accaparrino i beni e le imprese dei clienti in crisi o falliti. Lo Stato, nel permettere questa pratica e nel prestare i suoi tribunali alla sua attuazione, si riconferma strumento e burattino della finanza privata.
Cosa ci ha portato il trattato di Maastricht
Prima di Maastricht le banche centrali delle singole nazioni avevano un'indipendenza dal potere politico variabile tra il 40 e il 65%. Oggi, dopo i cambiamenti determinati dall'avvento dell'euro hanno raggiunto il 90%.
Assolutamente nessuna influenza può giungere dal potere politico alla BCE (Banca centrale europea), che è del tutto al riparo da ogni controllo democratico.
Ma, dall'altro lato, alla BCE viene conferito dal trattato di Maastricht la più ampia capacità di agire in ciascuno degli stati membro dell'Unione europea, mentre gli stati membri dell'Unione europea non possono interferire in alcun modo con le politiche economiche della BCE.
Le riunioni del consiglio della BCE sono assolutamente segrete; ed è lo stesso consiglio che di volta in volta decide se pubblicare o no le proprie deliberazioni.
Infatti cosa stabilisce l'articolo 7 protocollo SEBC, ricalcando l'articolo 107 del trattato di Maastricht:
...né la BCE, né una Banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzione dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri, né da qualsiasi altro organismo...
L'articolo 12 del protocollo, che si intitola “Responsabilità degli organi decisionali” in realtà non prevede alcuna responsabilità. Anzi, prevede immunità dalle indagini giudiziarie per i dirigenti della BCE.
L'articolo 16, ricalcando l'articolo105 del trattato di Maastricht, sancisce la perdita della sovranità monetaria degli stati in favore dei banchieri centrali europei:
...il Consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità. La BCE e la Banche nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.
Come si vede, sono state fatte delle leggi, che sono state suggerite dalle banche stesse al legislatore, che le rendono assolutamente indipendenti dai governi. Chi ha collaborato e sottoscritto queste leggi, ha contribuito a togliere totalmente dalle mani dei governi ogni controllo sulla moneta, e con ciò sull'economia dei paesi. Con queste leggi le banche non solo si possono arricchire a dismisura, ma possono ricattare i governi in ogni modo, rimanendo del tutto incontrollati, impuniti e inoltre possono agire nell'ombra.
L'Emissione della moneta
A chi appartiene il valore della moneta emessa dalla Banca Centrale? Alla banca stessa che se lo fa pagare dallo Stato. Le istituzioni statali sono impegnate a mentire in tutte le sedi, anche parlamentari, per coprire il fatto che la Banca d'Italia  cede a caro prezzo il denaro che a essa non costa niente e a cui non è essa a dare il valore, ma il potere d'acquisto. Questo denaro, che la banca fa stampare in tipografia e che vende per il valore nominale segnato sopra il pezzo di carta costato sui 3 centesimi, lo segna nei sui libri contabili come debito, e non come credito, così da non pagare per questo immenso guadagno sulla vendita di aria fritta nemmeno le tasse.

Se volete saperne di più, il libro dell'avvocato Marco della Luna “€uroschiavi” vi aprirà gli occhi su molte cose che non troviamo scritte sui giornali e delle quali non si parla nei vari talk show alla televisione.

giovedì 20 giugno 2013

Sulla nostra associazione

L'idea nasce dall'esigenza di trattare in prima persona, senza mediazioni eteronome, senza vincoli istituzionali o partitici, senz'altro vincolo se non quello dettato da una coscienza professionale che vorrà essere sempre laboriosa, diligente e informata, i temi della tutela dei diritti civili, della promozione e divulgazione culturaledell'impegno e della solidarietà sociale.
Riteniamo che l'associazionismo sia la forma più accessibile di democrazia partecipativa; che esso sia il contenitore d'elezione dell'impegno sociale a tutti i livelli, capace di coniugare nella sua compagine le qualità, le attitudini e i caratteri diversi dei suoi componenti per asservirle al fine del bene comune. Che insomma il gruppo organizzato, coordinato e accomunato da uno scopo possa in effetti, con la propria attività, produrre servizi, innovare, sperimentare, informare.
Al fine di perseguire questo ambizioso scopo sociale intendiamo svolgere con l'apporto prezioso di tutti gli associati le seguenti attività:
1) la promozione e il coordinamento di iniziative, ricerche, dibattiti, convegni e seminari, anche con finalità didattiche, intorno ai temi di interesse dell'Associazione;
2) lo svolgimento di attività informativa e divulgativa attraverso la raccolta di dati, fonti normative e di ogni altra informazione utile ai fini della comprensione delle tematiche trattate;
3) l'assistenza effettiva ai cittadini, attraverso l'apertura di sportelli di consulenza e ascolto, in ragione delle qualifiche professionali degli associati;
4) la stipulazione di convenzioni e di accordi con enti privati e pubblici, profit e non profit, al fine di esercitare direttamente l'intera attività associativa e favorire la partecipazione a progetti e/o iniziative istituzionale e/o privatem legate agli scopi perorati dall'Associazionem a livello localem nazionale e internazionale.